UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Su YouTube, la fede in cucina

Da un’intuizione del sacerdote palermitano don Dario Chimenti, 29 anni, vice parroco di San Giovanni Battista a Tommaso Natale, nasce la rubrica «Cucina cattolica », primo format culinario online (su YouTube) per far conoscere le migliori ricette delle comunità monastiche e parrocchiali del Palermitano.
21 Febbraio 2017

Da un’intuizione del sacerdote palermitano don Dario Chimenti, 29 anni, vice parroco di San Giovanni Battista a Tommaso Natale, nasce la rubrica «Cucina cattolica », primo format culinario online (su YouTube) per far conoscere le migliori ricette delle comunità monastiche e parrocchiali del Palermitano. Si tratta di un progetto che don Dario e i suoi collaboratori – tra cui lo chef Umberto Biondo e i giovani Greta Troia, Francesco Cassano e Salvatore Biondo – lanciano per comunicare ed evangelizzare in modo moderno e interattivo, sfruttando i social network per far conoscere le ricette tradizionali ancora oggi preparate in occasione dei festeggiamenti dei santi, rendendo così accessibile in modo piacevole anche un messaggio di fede. «L’idea nasce dalla voglia di fare dei ragazzi della parrocchia – spiega don Chimenti –, allora abbiamo pensato di cimentarci con la cucina ma in maniera diversa. Le buone idee nascono e si concludono a tavola, è lì che abbiamo concepito il progetto che vuole dare la possibilità attraverso la cucina di conoscere meglio cosa mangiamo, costituendo un’associazione attraverso la quale fornire alle famiglie meno abbienti un pasto caldo quotidiano ». Don Dario ha già parlato del progetto all’arcivescovo Lorefice, che l’ha incoraggiato a proseguire.

«Non è il solito programma di cucina – spiega Umberto Biondo, che gestiva un ristorante a Mondello –, vogliamo accompagnare la gente a riscoprire ricette nate nei conventi e che hanno radici cristiane ma anche ebraiche. Lo faremo attraverso un percorso di spiegazioni anche teologiche per scoprire come le specialità culinarie legate alla memoria religiosa sono nate e si sono sviluppate, con origini spesso antichissime». Ad accompagnare nel percorso anche alcuni sacerdoti che spiegheranno la storia di questo settore particolare della cucina, fino a ricostruire cosa mangiava Gesù a Nazareth.

«Siamo la componente giovane del progetto – aggiungono Greta Troia, Francesco Cassano e Salvatore Biondo –, presto avremo altri coetanei che ci faranno da supporto. Attraverso i social network pubblicizzeremo l’iniziativa, sperando in molti like... ».

Nella prima puntata è stata illustrata la ricetta per sant’Antonio abate, ovvero la pasta di mandorle a forma di testa di maialino, nella seconda la minestra di riso con patate che faceva la mamma di san Giovanni Bosco, nella terza gli agnolotti bicolore al cacao con ripieno di ricotta gamberi e pistacchio per san Valentino. Nelle prossime puntate le ricette saranno scelte direttamente dagli utenti tramite un sondaggio su Facebook.

(Pino Grasso)

da Avvenire del 21 febbraio 2017, pag. 26