UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

STING: “57th & 9th” (A&M Records)

Parte il primo brano, il fortunatissimo singolo I can’t stop thinking about you, e pensi d’aver pescato un inedito dei Police. Solo più avanti ritrovi qualche scampolo dello Sting solista, quello più intimista, più etereo ed esoterico, affascinato dal folk multietnico e da un vago misticismo panreligioso. Qui è soprattutto il buon vecchio rock a […]
21 Novembre 2016

Parte il primo brano, il fortunatissimo singolo I can’t stop thinking about you, e pensi d’aver pescato un inedito dei Police. Solo più avanti ritrovi qualche scampolo dello Sting solista, quello più intimista, più etereo ed esoterico, affascinato dal folk multietnico e da un vago misticismo panreligioso. Qui è soprattutto il buon vecchio rock a farla da padrone, ma  quando arrivi in fondo non sai bene che giudizio dare: da un lato è chiaro d’aver appena sorvolato un prodotto di una buona spanna sopra la media qualitativa delle offerte di quest’ambito, dall’altro un pelino algido per uno del suo blasone e del suo talento.

In effetti in questo 57th & 9th  - un titolo preso a prestito dall’incrocio di Manhattan che il Nostro attraversava per recarsi allo studio dove l’album è stato registrato - suona tanto come un album da “ritorno alle origini”. Un disco di canzoni immediate, energetiche ed acchiappanti, certo meno noiose di certe sue recenti esercitazione compositive, ma anche lontane dagli aromi penetranti dei capolavori racchiusi in album come  Nothing like the sun  o The soul cages.

Non manca, in compenso, qualche episodio capace di sottolineare le inquietudini socio-culturali che han fatto da sfondo alla genesi di questo disco. In questo senso è da leggersi un brano come Inshallah, nonché la scelta di tornare ai concerti al rinato Bataclan parigino, con tutte le implicazioni legate a una location così tragicamente evocativa. Un concerto, quello di sabato scorso, che ha ribadito una volta di più la sensibilità e il carisma cosmopolita di un artista che, in ogni caso, resta ancora un punto di riferimento importante della scena musicale contemporanea.

(Franz Coriasco)