UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Il giornalino che sfida le bombe

Un segno di speranza per i bambini di una delle zone più martoriate del pianeta (la Siria). Il racconto di Avvenire.
13 Febbraio 2017

«Ci troviamo a Tal Arrumman, la collina dei melograni, non riusciamo a dormire a causa degli aeroplani del regime, a causa delle evacuazioni dalle case e per il tormento, per la mancanza di sicurezza e di tranquillità ». Lo scrive Maria al-Obaid, 7 anni, in una lettera al suo magazine preferito, accompagnando alle parole il disegno di due alberi d’ulivo. «Zayton e Zaytonah », cioè Olivo e Oliva, sono i personaggi a fumetti che danno il nome al periodico dedicato a lettori dai 6 ai 16 anni, pubblicato e distribuito in Siria dal 2013. I primi numeri sono stati diffusi a guerra già iniziata, per compensare gli effetti negativi di percorsi scolastici sospesi dal conflitto, in un’epoca di lezioni interrotte e scuole chiuse. Letture, giochi, pagine dedicate allo studio dell’inglese, cruciverba.
«Cerchiamo di fornire sostegno psicologico a bambini cresciuti nel mezzo di eventi violenti, offriamo un’occasione di svago e l’opportunità di esprimersi attraverso piccoli lavori artistici» ci racconta il direttore e fondatore della rivista, Somar Kanjo, che insieme a un collaboratore supervisiona e impagina il giornale, lavorando online con illustratori freelance, alcuni rimasti in Siria, altri ormai all’estero. Tremila copie ogni due settimane, sedici pagine a colori, la stampa di Zayton e Zaytonah segue l’andamento del conflitto siriano, cambiando tipografia a seconda dell’intensità degli scontri: «I bombardamenti continui ci hanno obbligato a trasferirci in diverse occasioni: all’inizio stampavamo a Saraqib (cittadina nel nord della Siria, ndr), poi ad Aleppo, ma per l’assedio siamo stati costretti a spostarci a Idlib».
Anche la distribuzione rappresenta un pericolo costante: «Si corrono grandi rischi in una zona di guerra. Il nostro team è in diretto contatto con insegnanti e genitori a cui la rivista viene fatta recapitare. Abbiamo perduto un collaboratore durante una consegna: non potremo mai dimenticare Obada Ghazal, grande, giovane uomo (e giornalista), che ha sacrificato la sua vita sotto un bombardamento mentre svolgeva il suo dovere, distribuendo il nostro e altri magazine».
La diffusione del giornale, come anche la stampa, sono sostenute da una rete di media vicina alle fazioni ribelli, la Smart News Agency insieme a Asml, l’Association de Soutien aux Médias Libres. Poco tollerata se non vietata nelle aree sotto il controllo del regime di Bashar al-Assad ma anche nel territorio in mano al Daesh, la rivista è invece tollerata nelle zone controllate dall’ex Fronte islamista al Nusra, oggi Fatah al Sham (malgrado, nelle illustrazioni, le ragazze e le donne compaiano senza velo).
«Scegliamo argomenti che non si riferiscano necessariamente alla guerra, per offrire ai bambini un momento libero dalla sofferenza, nel mezzo dei patimenti della vita quotidiana», prosegue Somar Kanjo.
«Tuttavia, capita di utilizzare letture per parlare ad esempio di migrazione: in uno degli ultimi numeri abbiamo discusso di cambiamenti e nuove sfide, di come affrontare anche quelle più dure, ed essere coraggiosi. Cerchiamo di rassicurare i ragazzi, dicendo loro che un giorno torneranno a vivere una vita normale».
(Francesca Ghirardelli)

da Avvenire del 12 febbraio 2017